Gianni Rodari

Negli anni ’50 Gianni Rodari tratta la filastrocca come “giocattolo poetico”. Ricollegandosi ai surrealisti francesi (Breton, Queneau) e alle ricerche dei linguisti (Martinet), teorizzerà l’importanza, per i bambini, della poesia vissuta come gioco. E intanto scrive una poesia ludica che recupera ritmi e suoni delle filastrocche della tradizione orale, esplora le potenzialità della lingua ed attinge al potere combinatorio e liberatorio delle parole. Oggi la poesia per ragazzi è questa, e nelle scuole si gioca a “fare poesia”.  Nei primi anni ’70 Rodari scrive la Grammatica della fantasia, ovvero l’arte di inventare storie. Le tecniche rodariane del binomio fantastico, del “che cosa accadde dopo” e del “cosa succederebbe se …” anticipano le proposte della scrittura creativa e oggi continuano ad essere impiegate dagli autori per ragazzi e dagli insegnanti.  Molti dei suoi racconti più belli nascono proprio da uno scarto semantico, dall’accostamento inedito tra due parole. Nascono dalla possibilità di sfruttare gli errori dei bambini. L’attualità di Rodari è tutta qui, nella poetica della “fantastica”, in una concezione ironica ed autoironica della realtà che gli deriva da Alfonso Gatto e da Cesare Zavattini e con cui affronta le tematiche civili e sociali della pace e della guerra, dell’emigrazione, dell’ingiustizia, della disuguaglianza e della libertà. La scrittura di Rodari, a quasi quarant’anni dalla scomparsa, mostra intatta tutta la sua forza innovativa.

Nota biografica

Gianni Rodari è nato a Omegna nel 1920. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, per alcuni anni ha fatto l’insegnante. Al termine della Seconda guerra mondiale ha intrapreso la carriera giornalistica, che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui «L’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera». A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia. Negli anni Sessanta e Settanta ha partecipato a conferenze e incontri nelle scuole con insegnanti, bibliotecari, genitori, alunni. E proprio dagli appunti raccolti in una serie di questi incontri ha visto la luce, nel 1973, Grammatica della fantasia, che è diventata fin da subito un punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per l’infanzia. Gianni Rodari è morto a Roma nel 1980. Tra le sue opere più significative: Le avventure di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori, C’era due volte il barone Lamberto.

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